Ast, Gruppo pensionati: le proposte per la formazione

L’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati (UNGP) ha attivato tutti i suoi strumenti operativi decisi dal Congresso di gennaio. Lunedì scorso si è riunita la Commissione Formazione, che ha completato l’iter d’insediamento di quelle dedicate a “Statuto e pari opportunità”, “Risorse, proselitismo e assistenza”, “Comunicazione”, che si sono confrontate da remoto nelle settimane precedenti. Nell’introduzione, il presidente Paolo Serventi Longhi, ha confermato la volontà dell’organismo sindacale di base dei pensionati di contribuire al sistema formativo dei giornalisti guidato dall’Ordine nazionale, dagli ordini regionali e dalle Associazioni Stampa territoriali.  

Per Patrizia Disnan, che guida la Commissione, “i limiti di questo gruppo di lavoro sono quelli che ci poniamo, legati soprattutto alle nostre risorse. Dovremo fare con le poche risorse che abbiamo. Quindi pochi obiettivi, puntando sulla qualità.” Disnan ha poi invitato sia i presenti che gli iscritti all’Ungp ad inviare suggerimenti sui temi da trattare.

Il dibattito ha fatto registrate interventi sempre concreti, ma anche contrapposti fra loro. E’ stato sollecitato da tutti un recupero forte di qualità nella formazione, con la piena disponibilità di colleghi con grande esperienza a mettersi all’opera. Sui corsi di formazione è stato chiesto che siano simili a quelli di altre categorie professionali (ingegneri, medici, ecc) con prove finali per ottenere i crediti.

Il Gruppo toscano era rappresentato dal vicepresidente Ivo Brocchi , che ha proposto cinque diversi temi per la formazione, indirizzata sia all’interno della categoria, ma anche agli studenti e al mondo accademico.

In linea con gli altri colleghi la proposta di essere, come Ungp, parte attiva nei corsi di formazione, dalla Toscana sono partite sollecitazioni per un “progetto scuola” (portando nelle ultime classi delle superiori lezioni/incontri sul valore dell’informazione come garanzia per la democrazia), la partecipazione di professionisti esperti nelle Commissioni di esame, che devono “saggiare” la competenza anche pratica di chi aspira a diventare professionista, la proposta di svolgere la funzione di tutor per chi si appresta ad affrontare l’esame professionale, l’inserimento di figure professionali esperte nelle Università che propongono corsi e master legati al mondo dell’informazione.