Il presidente Sandro Bennucci e tutti gli organismi dirigenti dell'Associazione Stampa Toscana, esprimono profondo cordoglio per la morte di Aurelio Scelba, storico caporedattore de "La Nazione" e direttore de "Il Telegrafo di Livorno, e si stringono alla moglie Elena e ai familiari.
Con Aurelio Scelba, che aveva compiuto 89 anni il primo gennaio 2025, scompare uno degli ultimi rappresentanti di un giornalismo d'altri tempi, spinto dal rigore sacrale nei confronti del lettore e della gerarchia della notizia. Pronto a cambiare il giornale, rivoluzionando pagine e titoli, anche all'ultimo istante prima di andare in rotativa, con la novità dell'ultim'ora. Come accadeva, per esempio, nel periodo dei delitti del "mostro di Firenze". Un articolo "passato" da Aurelio era una garanzia per tutti: per il lettore, ma anche per chi lo firmava. Se non "funzionava" non andava sul giornale. Il suo "via libera" era invece motivo di vanto, soprattutto per chi era stato appena assunto.
Siciliano di nascita, nipote di Mario Scelba, presidente del consiglio e ministro dell'Interno nella Dc degli anni Cinquanta, e fratello di Gaetano "Tanino" Scelba, capo di gabinetto di Scalfaro al ministero dell'Interno e alla presidenza della Repubblica, Aurelio arrivò negli anni Sessanta a "La Nazione" diretta da Enrico Mattei. L'alluvione del 1966, che travolse redazione e tipografia, lo trovò in prima linea nel difficile compito di fare il giornale in una situazione di grave emergenza, con le pagine stampate a Bologna, nella rotativa de "Il Resto del Carlino".
Dopo aver fatto per decenni il caporedattore a "La Nazione", Aurelio Scelba divenne direttore de "Il Telegrafo", a Livorno. Successivamente gli vennero proposti altri incarichi di assoluto prestigio che lui, come raccontava spesso, decise di rifiutare perchè avrebbe dovuto "tagliare o ridimensionare". Cosa che non volle fare mai. Un signore della professione.
L'ultimo saluto ad Aurelio Scelba, attraverso una benedizione, avverrà domenica 22 giugno, alle 10,30, alle Cappelle del Commiato della Misericordia di Rifredi, in via delle Panche, a Firenze.