Ast: tutela legale per i giornalisti de "Il Tirreno". Il Gruppo Sae compra due nuovi giornali e non rispetta gli accordi economici presi con i redattori

Il Consiglio direttivo dell'Associazione Stampa Toscana, d'intesa con la Federazione Nazionale della Stampa, ha deciso, all'unanimità, di affidare al proprio consulente, avvocato Pierluigi D'Antonio, la tutela legale dei colleghi de "Il Tirreno" che reclamano dall'azienda il rispetto degli accordi di secondo livello (compreso l'aggiornamento professionale) le mancate sostituzioni per maternità, i carichi di lavoro insopportabili, ben oltre i limiti imposti dal contratto, in presenza di una pesante cassa integrazione.

In seguito alle denunce contenute in un documento approvato all'unanimità dall'assemblea (44 voti su 44 giornalisti presenti) e alla richiesta d'intervento del legale del sindacato, Ast ha chiesto un incontro immediato all'Azienda per cercare di trovare soluzioni ai problemi sollevati dal corpo redazionale, o almeno d'intavolare una trattativa per aprire uno spiraglio sindacale, magari attraverso un abbassamento della percentuale di cassa integrazione, per rendere meno pesanti i carichi di lavoro. 

L'incontro, al quale hanno partecipato anche alcuni componenti del Cdr (in presenza e da remoto), ha dovuto registrare l'atteggiamento di un'azienda capace addirittura di voler imporre l'innalzamento del livello di cassa integrazione e di negare il rispetto degli accordi firmati. La motivazione dei manager? "Non ci sono soldi". 

A parte il fatto che da quando il gruppo Sae ha preso la guida de "Il Tirreno" e degli altri giornali, casse integrazioni e prepensionamenti si sono susseguiti senza soluzione di continuità garantendo alla proprietà una quantità enorme di risparmio sui costi di gestione, una compagine societaria ha il dovere, giuridico oltre che morale e soprattutto materiale, di rispettare gli accordi stipulati con i lavoratori. Ma stridono, le dichiarazioni dei manager, anche alla luce delle ultime acquisizioni di Sae, ossia i giornali "Paese Sera" e la “Provincia Pavese.” La dimostrazione plastica che la mancanza di risorse sembra proprio la scusa banale per non rispettare gli impegni. 

Non basta. Durante l'incontro, nel tentativo di giustificare un comportamento sindacalmente da rifiutare, i manager si sono espressi in considerazioni inaccettabili sui giornalisti, come paragonare la maternità di una collega alla gestazione di un elefante e far sapere che sono informati in ogni momento di ciò che accade e viene detto in redazione (telecamere, microspie, qualcuno che riferisce?), tanto che Ast e il Cdr hanno intimato di cambiare toni altrimenti avrebbero immediatamente abbandonato il tavolo. 

Ciò premesso, l'affidamento della tutela legale dei colleghi all'avvocato, con ciò che comporta, non era rinviabile. Tuttavia, Ast si augura che la proprietà de "Il Tirreno" si renda conto della situazione. La strada della trattativa sindacale non è mai preclusa, ma certo richiede che da parte datoriale vi siano comportamenti e protagonisti all'altezza del compito. 

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La solidarietà dell’Ordine nazionale e regionale

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti e il Consiglio dell’Ordine della Toscana esprimono vicinanza, solidarietà e sostegno alle colleghe e ai colleghi del Tirreno.

Le vertenze aziendali possono essere aspre e difficili, ma nel caso del Tirreno si è rotta ogni barriera, arrivando a paragonare la maternità di una giornalista alla gestazione di un elefante.

La mancanza di rispetto, la maleducazione, la volgarità non potranno non avere una risposta immediata dalle istituzioni che sono chiamate a esprimersi su questa vicenda, a cominciare dall’organizzazione che rappresenta gli editori.

L’Associazione Stampa Toscana e la Federazione nazionale della stampa, hanno deciso di affidare al legale dell’AST la tutela delle colleghe e dei colleghi del Tirreno che chiedono il rispetto degli accordi di secondo livello e denunciano la mancata sostituzione per maternità e carichi di lavoro insopportabili.

Il Consiglio nazionale dell’Ordine e il Consiglio regionale della Toscana sono a disposizione per affiancare il sindacato nelle iniziative che verranno assunte.

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“Gestazione di un elefante”.

La solidarietà di Cpo Fnsi, Cpo Ordine e Giulia Giornaliste

Le Commissioni Pari Opportunità Odg, Fnsi, Usigrai con Giulia Giornaliste esprimono solidarietà e sostegno alle colleghe e ai colleghi de “Il Tirreno” impegnati in una trattativa aziendale in cui, tra le questioni sul piatto, vi sono le mancate sostituzioni per maternità, un “vulnus” che purtroppo esiste anche altrove ma qui diventa più grave per la complicata situazione lavorativa.
Come si apprende infatti da una nota, il Consiglio direttivo dell’Associazione Stampa Toscana, d’intesa con la Federazione Nazionale della Stampa, ha deciso, all’unanimità, di affidare al proprio avvocato la tutela legale dei colleghi e delle colleghe de “Il Tirreno” che reclamano dall’azienda <il rispetto degli accordi di secondo livello, le mancate sostituzioni per maternità, i carichi di lavoro insopportabili, ben oltre i limiti imposti dal contratto, in presenza di una pesante cassa integrazione>.
Sempre dalla nota, si apprende un ulteriore fatto grave: durante l’incontro, i manager hanno paragonato la maternità di una giornalista alla gestazione di un elefante. Sono parole fuori luogo e fuori epoca, che indignano e offendono. Alla collega interessata il particolare sostegno delle nostre Cpo e di Giulia.

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Il comunicato del Gruppo SAE

Il presidente di Sae Toscana e il cda nel registrare le prese di posizione del Consiglio direttivo dell’Associazione stampa toscana, delle Commissioni pari opportunità di Fnsi, Odg, Usigrai e Giulia Giornaliste, tengono a ribadire che la società ha sempre avuto il massimo rispetto degli accordi sindacali, delle tutele dei lavoratori e delle lavoratrici, soprattutto in maternità, valori imprescindibili al quale il Gruppo si è sempre ispirato fin dalla sua fondazione.

Il ricorso alla tutela legale dell’Associazione stampa toscana, richiesto dalla redazione del Tirreno, ci trova pronti, fiduciosi di poter dimostrare la buona fede e soprattutto l’impegno di Sae Toscana, del cda e dei manager tutti, nella battaglia per riportare i bilanci del Tirreno in attivo, iniziata fin dall’acquisizione.

L’azienda non si è mai sottratta al dialogo con la redazione e con tutte le rappresentanze sindacali, e mai lo farà, se questo è improntato al rispetto reciproco e finalizzato al bene della testata.

 La battaglia per il risanamento del Tirreno è lunga e difficile e chiede a tutti noi sacrifici, ma come solo obbiettivo ha la salvaguardia della nostra storica testata, dei posti di lavoro e la tutela della redazione intera. Il tempo ci renderà ragione e merito di quanto fatto finora e di quanto faremo per raggiungere il nostro obbiettivo.