“Come di
uccide la libertà di stampa”, il libro di Giancarlo Tartaglia sul delitto Matteotti
Sarà in libreria il 6 dicembre 2024 “Come si uccide la libertà di stampa, Anatomia di un omicidio”., Edizioni All Round, 255 pagine, il nuovo libro di Giancarlo Tartaglia, scritto per la Fondazione per il Giornalismo Paolo Murialdi, di cui lui è Segretario Generale.
Il 1924 rappresenta un momento cruciale per la storia
politica e culturale italiana, segnando il passaggio definitivo dall’età
liberale a uno Stato totalitario. Giancarlo Tartaglia, nel suo libro 1924 anatomia di un omicidio, analizza le dinamiche che
hanno portato alla graduale soppressione della libertà di espressione,
focalizzandosi su leggi, atti di censura e strategie di controllo attuate dal
regime fascista.
Il contesto è definito da eventi politici e sociali fondamentali. Le elezioni
del 1924, condotte sotto il controllo di una nuova legge elettorale
maggioritaria, assicurano al fascismo una stabile maggioranza parlamentare,
trasformando di fatto il Parlamento in uno strumento del potere autoritario.
Parallelamente, il rapimento e l’assassinio di Giacomo Matteotti evidenziano la
violenza e il clima repressivo del regime, suscitando una crisi politica che
Mussolini affronta con misure drastiche.
La libertà di stampa è al centro dell’attenzione del regime già dai primi anni
del potere fascista. Come sottolinea Tartaglia, Mussolini considera la
stampa un mezzo indispensabile per la formazione del consenso e mira al suo
controllo totale. Attraverso il regolamento sulla stampa del 1924, viene
introdotta una normativa che consente interventi diretti contro le
pubblicazioni considerate "pericolose". I prefetti sono dotati di
poteri straordinari, tra cui la possibilità di sospendere giornali e revocare
la licenza di pubblicazione, eliminando così ogni forma di dissenso. La censura
si estende anche ai contenuti, giustificando l’intervento contro articoli che
instigano "odio di classe" o che "danneggiano il prestigio
nazionale".
Parallelamente, Mussolini utilizza l’apparato mediatico per consolidare il
consenso di massa. La fondazione dell'URI (Unione Radiofonica Italiana) e del
LUCE (L'Unione Cinematografica Educativa) segna l’inizio del controllo diretto
sui mezzi di comunicazione più innovativi, come la radio e il cinema, che
diventano strumenti chiave per la propaganda. In un Paese caratterizzato da
alti tassi di analfabetismo, questi mezzi si dimostrano particolarmente
efficaci nel diffondere i messaggi del regime.
Tartaglia analizza anche il ruolo delle organizzazioni giornalistiche,
che il fascismo tenta di controllare. La Federazione Nazionale della Stampa,
simbolo dell’autonomia professionale dei giornalisti, viene progressivamente
inglobata nella struttura del regime.
1924 anatomia di un omicidio mette in evidenzia come la
distruzione della libertà di stampa non sia un atto improvviso, ma un processo
graduale, supportato dalla complicità di settori del mondo liberale e dalla
mancanza di una reazione unitaria delle opposizioni. L’opera di Tartaglia
costituisce un’analisi approfondita del 1924 come anno spartiacque. Il
controllo sulla stampa emerge non solo come una strategia di governo, ma come
un elemento fondamentale nella costruzione di un regime totalitario, che fa
della comunicazione e del controllo dell’informazione un pilastro della sua
sopravvivenza.
IN LIBRERIA DAL 6 DICEMBRE,
IN ANTEPRIMA SUL SITO Edizioni All Around