"Un vergognoso colpo di mano l'emendamento presentato dal relatore del dl Ilva, Salvo Pogliese. L'articolo 9 bis, di fatto, ribalta la giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Cassazione in materia di tutela dei crediti dei lavoratori, cancellando con un colpo di spugna la possibilità di far valere diritti sulla retribuzione, agevolando lo sfruttamento dei lavoratori e l'uso dei cosiddetti contratti pirata, proliferati in Italia negli ultimi anni". Lo afferma Alessandra Costante, segretaria generale Fnsi.
"Nel Paese in cui, fonte Cnel, si è passati dai 551 contratti collettivi del 2012 ai 1017 del 2024 con l'esplosione di 'contrattucoli' che agevolano i padroni e schiavizzano i dipendenti; nel Paese in cui le retribuzioni contrattuali hanno perso 9 punti rispetto all'inflazione (Inps) tra il 2019 e il 2024, la destra, che evidentemente non è più sociale, cerca attraverso un blitz di scardinare anche i più elementari principi di tutela dei lavoratori che dopo aver perso le tutele dell'articolo 18 per colpa del Jobs Act ora rischiano anche di perdere il diritto a reclamare la giusta retribuzione prevista dall'articolo 36 della Costituzione", prosegue Costante.
"L'operazione di Pogliese - conclude la segretaria generale Fnsi - non è un intervento per ricostruire le certezze del diritto del lavoro, ma un intervento a gamba tesa sui giudici del lavoro, sulla Corte di Cassazione, sulla Corte Costituzionale e anche sulla Costituzione senza avere il coraggio di annunciarlo pubblicamente, ma sfruttando come veicolo legislativo il provvedimento sulle crisi industriali".