Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino (e anche ex presidente Ast), arriva questi giorni in libreria con il suo nuovo libro, “Radure”. Dimettersi, guadagnare tempo, ricominciare per la casa editrice romana Jimenez, nella collana Turning Point dedicata ai cambiamenti nella vita e nella società.
Un libro agile, con una prosa limpida, precisa e divertente, con cui si riflette sul significato delle dimissioni e sul nostro rapporto con il lavoro, con le responsabilità, con il tempo, invitandoci a considerare la possibilità di un’altra misura della vita.
Ciampi accompagna il lettore in un percorso che mostra come lasciare non sia sempre sinonimo di resa, intrecciando le sue riflessioni e la sua biografia con quelle di figure celebri della storia (da Celestino V, il papa che rinunciò al soglio pontificio, a Diocleziano, che preferì coltivare il proprio giardino piuttosto che governare l’impero, a Winston Churchill, che dopo la sconfitta alle elezioni del 1945 si dedicò alla pittura e alla scrittura fino a ottenere il Nobel per la Letteratura), della letteratura (dalle risoluzioni irrevocabili di Zeno Cosini all’iconico «preferirei di no» del Bartleby di Melville fino alla vicenda umana di quel «pigro indaffarato» di Collodi) e di altri personaggi meno noti ma sorprendenti (su tutti Luke Howard, il padre della nefrologia).
In una società in cui le dimissioni volontarie sono in forte crescita e il rapporto con il lavoro e il tempo è stato messo in discussione dalla pandemia, le storie raccontate da Paolo Ciampi risultano di particolare attualità e stimolo, mostrando come la scelta di farsi da parte possa assumere forme molto diverse e rappresentare anche un atto di coraggio e consapevolezza da un lato e un’opportunità per ricominciare dall’altro.